Quando penso al prossimo premier del Giappone, che verrà fuori dalle elezioni presidenziali del 14 settembre interne all’LDP, il Partito Liberal Democratico giapponese che è quello di governo, non posso far a meno di ricordare il film “i-Documentary of the Journalist” visto questa estate. Protagonista di questo docu film, quindi una storia vera, è la tenacissima giornalista Mochizuki Isoko che racconta come il governo di Abe le abbia più volte messo i bastioni tra le ruote nel fare il suo lavoro di inchiesta per il quotidiano Tokyo Shinbun, cioè il Corriere di Tokyo, apertamente contrario al governo presieduto da Abe.
Uno degli attori principali del film, sia pure inconsapevolmente, è Suga Yoshihide, capo di gabinetto e portavoce del governo, che nelle immagini si trova spesso a rispondere, o meglio a non rispondere, alle conferenze stampa ufficiali del governo, alle domande incalzanti della giornalista circa gli scandali che hanno toccato, direttamente o indirettamente, il premier Abe e il suo governo. In quelle occasioni Suga fa fino in fondo il suo lavoro di abile politico e uomo di governo qual’è, cioè essere reticente.
E Suga, 71 anni, che molto probabilmente uscirà vincente da queste elezioni, diventerà il prossimo premier del Giappone. L’ho visto decine di volte alla tv giapponese rispondere alle domande dei giornalisti -sebbene nel film la Mochizuki dica che queste conferenze siano pilotate e in sostanza aperte ai soli giornalisti pro governo- e rivedendolo nelle scene del film, con la macchina da presa indugiare sul suo viso, sulle sua espressione serissima ed essenziale, capisco ora che prenderà il posto di Abe. Grazie al suo spessore politico, all’esperienza e alla sua preparazione.
Malgrado non mi piaccia. Chi preferirei prendesse il posto di Abe Shinzo? Kishida Fumio, ex Ministro degli Esteri dal 2012 al 2017, nello stesso governo presieduto da Abe. Mi piace il suo viso che mi sembra più sincero, ma cinque delle sette correnti dell’LDP hanno già dato il loro appoggio a Suga, quindi ci sono ben poche speranze per Kishida. Le altre due correnti, invece, sostengono una Kishida e l’altra Ishiba Shigeru, ex segretario generale del Partito Liberal Democratico.
Del resto Suga, che non appartiene ad alcuna corrente del suo partito, sicuro della sua posizione salda e devo dire seriamente, ha detto di non fare promesse a nessuna corrente del suo partito, neanche a quelle che lo sostengono. Interessante sarà vedere come Suga gestirà la spinosa questione della riforma della costituzione giapponese, cavallo di battaglia di Abe. Per il momento si è limitato, abilmente, a sostenere che la riforma della costituzione rientra nel programma dell’LDP. Risposta vera, ma anche molto politica.