Daikanyama è così: percorri una stradina che una volta era una ferrovia e lungo la quale ora ci sono tutti cottage in legno, scendi una scala, poi ne sali un’altra, ripida e nascosta tra il verde e le case, giri una volta, poi un’altra finché arrivi su una collina e finalmente, quando ormai hai dimenticato di essere in una megalopoli, ti si apre davanti una strada. Anzi una stradina.
Passi davanti ad una chiesa, protestante, e le belle sedie che vedi al di là di una vetrina ti suggeriscono di essere arrivato in un bel negozio di interior, come ce ne sono tanti a Tokyo. E invece sbagli, perché dietro il banco un ragazzo, che si chiama Naoki Shuto, armeggia ai fornelli di un cucinotto per preparare il tè. Ma non uno qualunque, bensì il chai, quello indiano, del quale si è appassionato durante i suoi viaggi in India e che ha deciso di portare a Tokyo.
Non puoi bere altro se non il chai, nella piccola boutique -tal’è- di Naoki e che si chiama Life Spice Shop, ma puoi scegliere quale: Naoki, e sua moglie, ti fanno scegliere dal menu: ce n’è uno normale, un altro più dolce e un altro ancora più speziato, per arrivare a quello reso alcolico da un tocco di rum.
Naoki ha studiato l’arte del chai in India, si è fatto insegnare come si fa dai maestri e ciò che l’ha colpito è tutta la cultura che c’è dietro una tazza di chai; il fatto che gli indiani bevano chai tutti i giorni, a tutte le ore, e la prevalenza di questa o quella spezia, come ad esempio il cardamomo, rendono questa bevanda sempre diversa. Ti siedi, in poltrona o su uno sgabello, tutti pezzi di design, sfogli un libro, parli con loro mentre sorseggi il tuo chai caldo. Un momento di relax, in un angolo per niente metropolitano di Tokyo.