Una delle cose che mi ha sempre affascinato della cucina giapponese, e in certa misura di tutta quella asiatica, sono le bacchette. Anche se è in Giappone che ad esse viene riservata maggiore attenzione. Il fatto che si possa mangiare con due pezzetti di legno, anziché con la più “grossolana” forchetta, ha del prodigioso. E’ essenziale, naturale; come dormire sul tatami, cioè a contatto con il suolo. E gli hashi -così si chiamano le bacchette in giapponese- sono ritenuti sacri perché in origine usati nelle cerimonie religiose e quindi capaci di mettere in contatto con Dio.
Ma ancora più essenziale è l’idea di farsi gli hashi da soli, in pochi minuti prima di mangiare. La possibilità, con un certo stile, la offre un kit giapponese in vendita online che si chiama Hamidashimono (hamidashimono.com) e che comprende 50 bastoncini di legno, un coltellino per trasformarli in hashi, un contenitore in legno di cedro per raccoglierli tutti e 25 foderine in carta washi per riporli prima di mangiare (e dopo).
Hamidashimono è una parola che indica il legno residuo dalla costruzione delle case in Giappone e, tradizionalmente, usato per produrre bacchette usa e getta. Di quelle in uso in molti ristoranti in tutto il mondo.
E il legno dei bastoncini del kit hamidashimono proviene da foreste della zona di Yoshino, località della prefettura di Nara famosa per la produzione di bacchette usa e getta.
Non c’è proprio partita tra bacchette e forchetta; le prime sono tante cose in più della seconda. A cominciare dal suono, che si chiama wari-bashi e che viene considerato rilassante, che si sente quando le dita separano una coppia di bacchette di legno attaccate (che sono solo quelle usa e getta), prima di cominciare a mangiare.
Qualcuno potrebbe obiettare che le bacchette hanno “vita facile” (o quasi) perché in Oriente il cibo viene servito già ridotto in pezzetti e quindi può essere preso facilmente (o quasi…) con le bacchette di legno, ma ciò non è vero in assoluto perché, ad es., ben usate, le bacchette sono capaci di spinare un pesce.
E mentre della forchetta si usa una sola estremità, delle bacchette si possono usare entrambe. Visto che con quella con cui non si porta il cibo alla bocca, quindi quella pulita, ci si può servire dal piatto da portata.
E poi pensateci un attimo: negli ultimi anni non c’è cucina di ristorante che si rispetti, ma ormai anche a casa, in cui non ci siano, tra gli utensili come i mestoli, le pinze, piccole o grandi che siano, per prendere dalla pentola e comporre il piatto. Ebbene le pinze, altro non sono che bacchette semplificate, cioè unite ad una estremità. Come quelle in plastica che vengono usate per insegnare ai bambini a mangiare con le bacchette.
Enrico Crippa, tra i migliori chef italiani dall’alto delle sue tre stelle Michelin al ristorante Piazza Duomo di Alba, alla fine di un video su Youtube di una ricetta di tagliolini al tartufo accompagnati da brodo di manzo e servito a parte, dice di preferire il modo orientale di mangiarli; immergendo i tagliolini nel brodo, anziché quello, presumibilmente occidentale, di mangiarli separati dal brodo. Nel video Crippa il immerge nel brodo con la forchetta, ma va da sé, sarà d’accordo anche lui, la situazione avrebbe richiesto le bacchette. Anziché la forchetta…