Non ho mai pensato che i cavi elettrici in “bella” vista nelle città giapponesi, anziché sotterranei, siano un elemento che altera il paesaggio. Anzi, li ho sempre considerati un elemento intrinseco del paesaggio urbano, e non solo urbano, giapponese. Al punto da vederli, addirittura -forse esagero ?-, come inconsapevoli installazioni artistiche.
E non sono l’unico a pensarla così; per molti artisti, infatti, pali e cavi elettrici sono il soggetto principale. Il fotografo Yoshinori Mizutani ha dedicato molto del suo lavoro agli uccelli, ad esempio i cormorani, appollaiati sui cavi. E lo stesso ha fatto il pittore Eiji Sumi, dipingendo pali della luce e cavi per metterne in risalto la bellezza. E gli artisti non sono i soli a pensarla così; alcuni (o tanti ?) giapponesi li ritengono un elemento del paesaggio, e non saprebbero immaginarlo senza.
Ma quando, lo scorso settembre, il tifone Faxai ha scosso il Giappone, causando grandi blackout elettrici nella prefettura di Chiba e distruggendo circa 2000 pali elettrici -la maggiorparte in quella prefettura-, è ripreso il dibattito sul fatto che, non essendo i cavi sotterranei, il Giappone sia più vulnerabile in occasione di disastri naturali. Considerato che con il grande terremoto e conseguente tsunami del marzo 2011, ben 56 mila pali risultarono danneggiati. C’è poi anche l’estetica: senza pali le strade sarebbero più libere da ostacoli, e senza cavi si coglierebbe una migliore visione del cielo. Però, proprio il fatto che i cavi siano esterni, rende le riparazioni, specialmente in seguito ad eventi come i terremoti, più semplici e veloci.
Metropoli come Londra e Parigi, ma anche asiatiche come Singapore e Hong Kong, hanno i cavi elettrici sotterranei al 100 %. Perfino Seoul ne ha il 49 % sotto, laddove Tokyo ne ha solo l’8 % e Osaka ancora meno, il 6 %. E solo l’1 % delle strade nel 40 % delle prefetture giapponesi è libera da pali elettrici. Storicamente, la scelta di lasciarli esterni anziché interrarli, risale all’indomani della seconda guerra mondiale, quando si scelse la soluzione che assicurava la fornitura di energia elettrica in modo veloce e più economico.
Dal canto suo il governo progetta di liberare, entro il 2021, 2400 km. di strade dai pali elettrici. Ma l’impegno non è da poco, perché la spesa per km. per spostarli nel sottosuolo ammonterebbe a 530 milioni di yen. E l’opera dovrebbe fare i conti, ad es. a Tokyo, con quella che è la più complicata rete metropolitana sotterranea al mondo, i cui condotti sono già affollati da cavi dell’acqua e del gas, peraltro appartenenti a società diverse. Intanto che si decide, pur sul lungo periodo, una strada della città di Hachioji, rientrante nell’area metropolitana di Tokyo, registra una moltitudine di cavi così fitta da aver creato una galleria. Che, ovviamente, è divenuta meta fotografica molto popolare.